Luoghi di valore 2008
seconda edizione
La disponibilità e la voglia di rispondere all’appello era dunque ben lontana dall’esaurirsi con la prima edizione del 2007.
Abbiamo anzi preso atto che la vicenda del concorso Luoghi di valore si è venuta felicemente complicando.
Innanzitutto l’ampiezza della partecipazione: dallo stesso territorio, la provincia di Treviso, le segnalazioni ricevute sono 188 (con 7 casi di luoghi già proposti nel 2007 e 16 segnalatori della prima edizione che hanno partecipato di nuovo) a fronte delle 152 del 2007, più di trecento messaggi in due anni, diversissimi tra loro, per scelta, linguaggio, motivazioni, ragioni. Ora insomma sappiamo che una parte importante della società civile si impegna a lavorare intorno a domande che potrebbero apparire sideralmente lontane dalle vere preoccupazioni quotidiane e che invece sono sentite vicine, urgenti, attuali, perfino centrali nella nostra civiltà.
E ancora, come già si era verificato per i luoghi di valore 2007, la generosità e la varietà delle risposte; la ricchezza del territorio che emerge dalla mappa delle segnalazioni e dal racconto che ne fanno i partecipanti; la conferma dell’indipendenza dei criteri di valore che emergono dai materiali da eventuali caratteri monumentali dei luoghi e da valutazioni puramente estetiche.
Da questa curiosa esperienza culturale a contatto con le persone più varie, ci arrivano fonti e documenti che aiutano a capire come il luogo non sia un ambito “intorno” alla persona e alla comunità,
o un contesto facoltativo; ma come, al contrario, sia una componente costitutiva della nostra sfera vitale, una sostanza necessaria della condizione umana. Fino, in casi non rari, a considerare e a patire la trasformazione traumatica di un luogo come una perdita, vera e propria perdita di una parte di sé.
Su che cosa fosse un luogo qualcosa si era forse intuito e detto negli anni scorsi: natura, memoria, tensione sociale, condizione umana, invenzione, cura (o degrado), tutte queste cose impastate insieme in una forma e una vita riconoscibili che si svolgono in un ambito territoriale identificabile. Ma il valore di un luogo di che cosa è fatto? Questa grande ricerca collettiva ci apre qualche spiraglio. Intravvediamo intanto che si tratta di qualcosa di universale. Ogni luogo, non importa quale, esprime verso qualcuno la sua energia gravitazionale. C’è una persona, un piccolo gruppo, una comunità che lo riconosce come “proprio”, che lo sente appunto come costitutivo di sé.
E ci sembra di capire che questa energia viene in particolare dalla memoria, dalla conoscenza accumulata nel tempo dalle generazioni precedenti e trasmessa ai testimoni d’oggi. Memoria e conoscenza possono apparire anche come suggestioni, emozioni, affetti, ma sono e restano essenzialmente memoria e conoscenza, e perciò vicinanza, internità, confidenza con la forma e la vita del luogo, con tutto quanto c’è e con tutto quanto c’è stato nel corso del tempo, quello lunghissimo della geologia, quello lungo degli strati delle trasformazioni storiche, quello breve delle tensioni attuali.
Che il valore, questo benedetto valore, risieda nel rapporto stretto ravvicinato conoscitivo confidenziale tra luogo e persona ci pare dimostrato dalla puntualità spaziale e dalla precisione topografica con cui i luoghi vengono segnalati. Una casa, una scuola, una chiesa, un preciso percorso, uno spazio aperto ben conterminato, un ambito naturale. Il rapporto, e dunque il valore, si costruisce per punti, per microcosmi, tutti esposti nella mostra delle segnalazioni del concorso Luoghi di valore 2008, aperta presso gli spazi Bomben per la cultura della Fondazione Benetton Studi Ricerche dal 25 ottobre 2008 all’8 febbraio 2009.