Dura Europos
Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
XXI edizione, 2010
La Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ha deciso all’unanimità di dedicare la XXI edizione (2010) a Dura Europos, presso Salhiyé, sulla riva destra del corso medio dell’Eufrate, in Siria, a circa 90 chilometri sulla strada che da Dayr az-Zawr porta al ponte di Abu Kamal, odierno confine con l’Iraq.
È quanto resta di una città antica, per tre lati cinta da mura, con il quarto lato affacciato a oriente sul grande fiume da un dislivello di oltre 40 metri, uno scarto orografico che rende spettacolare la leggibilità simultanea della sottostante pianura alluvionale fertile fino all’orizzonte, e della poderosa struttura verticale dei rimparti drammaticamente in bilico. A nord e a sud, le mura seguono la linea frastagliata delle profonde incisioni del terreno scavate dalle acque che dall’altopiano steppico vanno al fiume. A occidente il muro è rettilineo, lungo quasi un chilometro, scandito da quattordici torri, aperto dalla “porta di Palmira”, dotata a sua volta di altre due torri maggiori.
Scoperto “per caso” da un reparto militare nel 1920, questo sito archeologico ha richiamato subito l’attenzione di eminenti studiosi europei e americani, e grazie a tre successive fasi di indagini, ha restituito uno dei più cospicui patrimoni di memoria sui molteplici momenti e aspetti della storia delle civiltà, delle arti, dei culti religiosi che si sono radicati nell’area mediorientale nell’arco di più di cinque secoli, dalla fine del IV a.C. alla metà del III d.C., in un territorio particolarmente permeabile agli incontri e agli scambi tra mondo mediterraneo e mondo asiatico. Costituisce un nodo peculiare nella geografia e nella storia plurimillenaria della Siria, un limite e insieme un crocevia tra mondi diversi: ellenismo, oriente, romanità. Ha accumulato nel corso del tempo testimonianze alte e singolari di civiltà e religioni diverse, restituendo una gamma peculiare di edifici di culto, dai vari templi pagani ai due esempi cruciali della sinagoga affrescata e della chiesa domestica dei cristiani delle origini. Ha custodito queste testimonianze nel corso del tempo sotto le sue stesse rovine, riparandole dal grande fiume non sempre amico, dal vento e dal sole, dalle greggi, dalle carovane e da ignari eserciti di passaggio, fino alla loro riemersione. E ci interroga su tutte le questioni fondamentali, dal paesaggio alla museografia, che danno senso, norma e progetto al governo dei patrimoni culturali.
Testo tratto dalla Motivazione del Premio Carlo Scarpa 2010, a cura della Giuria.