Il governo del paesaggio e del giardino/Garten Landschaft Wahlverwandtschaften
Itinerario nell’area germanica
a cura di Domenico Luciani
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Guerini e Associati
Treviso-Milano 1993
XXIV-248 pagine
153 illustrazioni in bianco e nero
prezzo di copertina 35,11 euro
ISBN 88-7802-427-9
(Memorie, 3; esaurito)
Questo volume raccoglie, in lingua italiana e tedesca, una selezione dei materiali e delle riflessioni emerse nello svolgimento del secondo corso sul governo del paesaggio e del giardino svoltosi dal 26 agosto al 7 settembre 1991. Esso presenta uno dei mille possibili itinerari nel paesaggismo di area germanica, percorso nei due anni tra l’estate 1991 e l’estate 1993. La precisazione cronologica è necessaria, perché abbiamo progettato il seminario nella fase più travolgente della riunificazione e concludiamo la selezione dei materiali mentre la società tedesca appare attraversata, se non da una vera e propria crisi di rigetto, certo da una difficoltà a digerirne il peso. Non tanto in termini di quantità di investimenti. Prima ancora in termini di qualità delle “mutazioni necessarie” per affrontare crescenti articolazioni etniche e nuovi spessori di marginalità dopo l’implosione del sistema di socialismo reale e la terribile esplosione balcanica. Il mondo germanico appare oggi come una “fucina”, contemporaneamente alle prese con l’esigenza di conservare il patrimonio storico; di guidare il passaggio di interi paesaggi dall’età dell’industria all’età postindustriale; di dare qualità agli anelli periferici delle grandi città; di ridare spazio alla natura senza compromettere la funzionalità del territorio e senza smettere di coltivare, in forme compatibili, il mito dello sviluppo; in definitiva di misurarsi con l’ambizione di trovare, nel rinnovamento del paesaggismo, una mediazione inventiva tra natura e sviluppo, tra tutela e uso dell’ambiente e del territorio. Certo, la velocità e la densità dei cambiamenti geopolitici in atto non aiutano a orientarsi in questa fucina, ad afferrarne gli umori, a scegliere i casi coerenti con l’ottica disciplinare del “governo”, e dunque a capire quali forme prenda, in questo contesto culturale e normativo, l’insieme di poteri e di saperi che guida le modificazioni di parti significative dell’ambiente e del territorio, e che sovrintende alla qualità (e al suo rinnovo nel tempo) di quei luoghi densi di natura e di cultura che chiamiamo “siti notevoli”. E tuttavia le difficoltà più serie restano quelle dovute alle diversità di lunga durata e di profondo radicamento. Restano, e per certi aspetti si potrebbe affermare che si vanno acuendo, differenze non solo di “cultura del paesaggio”, ma di “sentimento della natura” che si traducono in un autentico gap linguistico, in ordinamenti formativi e professionali non confrontabili, in strutture dei poteri, norme e pratiche amministrative incommensurabili. Non si può certo fin d’ora capire se, e in quale misura, questa fucina produrrà risultati adeguati alle energie pubbliche e private di cui dispone. Quello che si può capire fin d’ora è che si tratta di un’esperienza che intende, consapevolmente, offrire un comune tavolo di riflessione a chi si occupa di pianificazione del territorio, per mostrare lo scatto di qualità che può derivare dall’assumere i valori dell’ambiente e del paesaggio; a chi si occupa di equilibrio dell’ambiente, per misurare le compatibilità delle modificazioni; a chi si occupa di paesaggio, per andare oltre l’esercizio accademico del progetto concluso, impegnandosi a dare (o restituire) qualità alle modificazioni. Alla fine del XX secolo, questo tentativo, con i suoi parametri-limite, ci aiuta a capire la fucina germanica, le scommesse titaniche, le ardue complessità, le tensioni contraddittorie e le forze inventive che la connotano. Vorremmo essere testimoni di lunga durata per vedere quali miracoli la lira di Anfione possa compiere dentro a queste estreme sfide di Prometeo.
Indice del volume
Domenico Luciani, Il paese di Anfione, il paese di Prometeo, VII
I. Nuove dimensioni del paesaggismo
Hermann Baier, Pianificazione paesistica in Baviera, 3
Arno S. Schmid, Il paesaggio dell’Emscher per l’IBA 1989-1999, 17
II. Esperienze di “giardino-natura”
Louis G. Le Roy, Un’eco-cattedrale a Mildam, 29
Eduard Neuenschwander, Il parco dell’Università di Zurigo (Irchel), 37
III. Siti della memoria
Adrian Von Buttlar, Il trascendente nel giardino paesaggistico, 47
Iris Lauterbach, Feste e celebrazioni nei giardini del XVIII secolo, 63
Heiko K.L. Schulze, Il cimitero Ohlsdorf di Amburgo, 83
IV. Questioni di conservazione
Michael Goecke, Modalità di governo dei parchi e dei giardini storici, 105
Rainer Herzog, Il ”Parkpflegewerk”: l’esempio di Nymphenburg a Monaco, 111
Günther Thimm, I parchi storici della Turingia, 129
Hubert W. Wertz, Il ”Parkpflegewerk” di Schwetzingen, 141
V. BUGA, IGA
Hendrik Gottfriedsen, Bundesgartenschauen a Berlino 1985 e 1995, 157
Helga Panten, Storia delle Bundesgartenschauen, 165
Klaus D. Pantke, IGA 1993, Stuttgart, 177
VI. Il caso Berlino
Clemens A. Wimmer, Parchi e giardini storici a Berlino, 189
Michael Seiler, Pfaueninsel e Glienicke a Berlino, 201
Antje Solmsdorf, I parchi popolari a Berlino-Wedding, 213
VII. Referenze
Referenze sugli autori, 227
Referenze su siti, 229
Referenze su enti e istituzioni, 230
Referenze sulla formazione scolastica, con un intervento di Peter Latz, 231
Indice dei nomi e dei luoghi, 239