Agenda novembre 2019
Storia e attualità del rugby
La Fondazione dedica a novembre un’intera giornata al tema Storia e attualità del rugby nel contesto veneto e internazionale.
Un convegno affronterà l’analisi delle grandi modifiche che il rugby veneto, italiano e mondiale ha vissuto nel tempo, per interrogarsi sul significato che l’evoluzione del gioco ha avuto localmente e globalmente.
Se tale evoluzione ludica viene studiata come si trattasse di un “esperimento naturale”, in cui le interazioni fra gli organismi che ne fanno parte modificano continuamente le comunità che li circondano, darne una lettura storica e sociologica riveste un indubbio interesse culturale e antropologico.
Quali sono le condizioni necessarie per la sopravvivenza del rugby come ecosistema? Come opera la selezione che determina la dominanza di alcune organizzazioni sportive e l’estinzione di altre? Esiste una legge economica che stabilisce precisamente il successo sportivo?
Sia nella mattinata di studi che nell’incontro pomeridiano, più divulgativo, ci si interrogherà sulla realtà attuale e sul futuro del rugby anche in una prospettiva suggerita dalle debolezze e dai punti di forza del movimento veneto e italiano, e di lì aprendosi a questioni più generali. Le prospettive del rugby, con l’indiscutibile ruolo che Treviso ricopre a livello globale, restano oggetto di importanti esperienze apertesi nel 1995 con la formalizzazione del professionismo e a esse si guarderà per monitorarne costi e benefici. Le peculiarità del contesto veneto, storico ed economico, saranno oggetto specifico di studio.
Temi di discussione saranno anche: i processi di civilizzazione visti nella prospettiva dei giochi di battaglia; il misterioso fil rouge che collega i contesti geografici e sociali dove la pratica e la passione popolare per il rugby hanno speciale importanza; l’evidenza sperimentale di psicologia cognitiva che si oppone all’idea che gli esseri umani abbiano preferenze razionali e coerenti e che sappiano massimizzarle nella loro vita; i meccanismi di funzionamento della nostra mente nell’apprendere un gesto atletico; l’evoluzione della memoria, dominata dal sistema involontario e intuitivo che richiama un’informazione all’istante e senza sforzo, e il suo ruolo nell’allenamento sportivo; la soggettività delle reazioni impermeabili a fatti che la ragione giudica incontestabili, mutuate dall’esperienza del giocatore e dello spettatore e dalle lunghe scie che lascia nella mente dell’osservatore. E ancora: l’ardore e l’innesco di dinamiche collettive virtuose o nefaste, riflettendo sull’idolatria; il pettegolezzo come strumento di potere dalle origini dell’Homo sapiens e delle religioni; le costruzioni culturali condivise e l’origine dello sport agonistico e della sua organizzazione; la profonda connessione tra sport e politica nella storia.
La giornata è organizzata in due sessioni, entrambe aperte e pubbliche: una mattinata di studi e un pomeriggio di testimonianze e riflessioni rivolte a un pubblico più vasto.
Gherardo Ortalli, Fondazione Benetton/Ludica
Andrea Rinaldo, École Polytechnique Fédérale Lausanne