Agenda dicembre 2017
Il 2017 ha significato per noi il compimento di trent’anni di attività, un traguardo che abbiamo voluto ricordare non solo a chi segue il nostro lavoro ma anche a noi stessi. Un’occasione utile per riflettere su quanto fatto e sugli obiettivi futuri. Sempre nuovi stimoli ci giungono dal nostro lavoro sul paesaggio. In tanti anni di attività abbiamo raccolto molta esperienza, con la soddisfazione di aver ben seminato e di ritrovare spesso tracce, in diversi contesti, di quanto elaborato nei nostri gruppi di lavoro. I frequenti momenti di confronto a livello internazionale – ultimo in ordine di tempo “Un tavolo per otto” dello scorso ottobre – sono importanti occasioni di aggiornamento e offrono preziose occasioni di condivisione con chi lavora a vario titolo e con diverse responsabilità in questo ambito.
All’attività di studio e ricerca sulla storia del gioco abbiamo dedicato diverse iniziative lo scorso novembre. Con la mostra sulla storia dei giochi di fortuna, aperta fino a gennaio, ci pare di avere centrato l’obiettivo di riuscire a trasmettere, non solo agli addetti ai lavori, ma anche a un pubblico più ampio, quel concetto della rilevanza e serietà del gioco, che da sempre ispira le nostre iniziative in questo settore. Il gioco come una componente importante della nostra natura e della nostra civiltà, la cui evoluzione nel tempo va studiata per interpretare correttamente fenomeni di portata globale, come quello delle ludopatie.
Ulteriori sfide ci attendono anche nel campo dei beni culturali. La chiesa di San Teonisto, nuovo prestigioso spazio della Fondazione, diventerà sede di iniziative culturali per la città, in particolare in ambito musicale. Il rientro dei dipinti – originariamente collocati nella chiesa e poi custoditi dai Musei civici di Treviso –, previsto per l’inizio di dicembre, segna l’avvio dell’attività, con un primo appuntamento dedicato alla musica vocale, organizzato in collaborazione con l’Università di Padova.
Dicembre si chiude con la presentazione di un volume dedicato alla ricerca sulla “Treviso città dipinta”, esito di anni di lavoro. Lo studio e la catalogazione di questo patrimonio, in parte perduto, ha reso evidente l’esigenza di una diversa attenzione alla città, quale sedimento visibile dell’attività di una comunità nel corso del tempo, perché questa attività possa essere percepita come bene comune, attrattivo in primo luogo per gli stessi abitanti e quindi anche per i visitatori.
Un volume che segna non tanto la fine di un lavoro, quanto l’inizio di una nuova fase che auspicabilmente darà avvio a una campagna di restauri. Non solo un libro ma anche una grande mole di dati organizzati che servirà da punto di partenza e supporto per ogni progetto di valorizzazione e restauro.
Le iniziative pensate per celebrare il nostro trentennale si concluderanno il prossimo gennaio. Abbiamo infatti scelto di rilanciare il previsto momento di confronto sul ruolo sociale delle fondazioni con un seminario che avrà luogo presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, in attuazione dell’accordo di collaborazione appena sottoscritto, per valutare quali possano essere le iniziative comuni da mettere in campo per delineare un rapporto, il più possibile virtuoso, tra beni culturali, comunità insediate e progetti di valorizzazione economica.
Marco Tamaro
direttore