Zero Fotografia
mostra e workshop
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Nei primi giorni del dicembre 2012 la Fondazione Benetton Studi Ricerche, in collaborazione con Steve Bisson, curatore e fondatore di Urbanautica, giornale online di fotografia, ha riunito i fotografi italiani Luca Capuano, Laura Demarco, Giuseppe De Mattia, Cristian Guizzo, Milo Montelli, Corrado Piccoli, David Wilson, l’inglese Mitch Karaturatne, il canadese David Pollock, la belga Kirsten Trippaers e il ricercatore spagnolo Ruben Alonso in un workshop a casa Luisa e Gaetano Cozzi di Zero Branco (Treviso) per indagarne il paesaggio agrario limitrofo.
Questo intenso lavoro di una settimana viene raccontato per la prima volta attraverso immagini e video nella mostra Zero Fotografia, progettata dall’architetto Massimiliano Foytik. Il titolo quasi provocatoriamente invita il visitatore a interrogarsi sul contributo che la fotografia può dare alla lettura del paesaggio e più in generale a ciò che ci circonda.
«Perché, innanzitutto» spiega Steve Bisson «la risposta è piuttosto semplice e sta in ciò che vediamo quotidianamente dal finestrino del treno o della macchina spostandoci da un centro storico e l’altro. Il “lato B”, il paesaggio che nella seconda metà del Novecento è stato sottoposto a un trattamento intensivo di cementificazione senza precedenti. Le ragioni e gli esiti di questa rapidissima e spesso disordinata trasformazione del paesaggio agrario sono stati esaminati da studiosi di varia estrazione. Inutile richiamare i numerosi contributi della Fondazione Benetton in questo senso. Nonostante ciò questo processo continua, seppure attenuato dalla crisi del settore edilizio, aldilà delle conferenze e dei dibattiti elettorali. Nel mentre, tuttavia, in Veneto come in altre regioni d’Italia, una cerchia crescente di fotografi, molti dei quali architetti, ha iniziato a investigare criticamente questo fenomeno mediante la fotografia. E non si tratta solo di una reazione al collettivo senso di impotenza che si vive nell’osservare il proliferare della “capannite” o delle nuove “topolinia”. C’è di più, c’è il bisogno di testimoniare, di raccontare, archiviare quanto sta accadendo. C’è la voglia di confrontarsi non più solo con gli esperti, ma con la gente comune e di farlo con linguaggi nuovi, più immediati ma non per questo banali. Urbanautica, giornale online di fotografia nato nel trevigiano e primo publisher indipendente di fotografia contemporanea al mondo, da qualche anno si è fatto portavoce di questo nuovo sentire anche rispetto alle istituzioni del territorio».