Un tavolo per otto/A table for eight

Dialoghi sul paesaggio

in occasione del trentennale della Fondazione

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Gli incontri immaginati dalla Fondazione per celebrare i suoi trent’anni di attività (1987–2017) si aprono, sabato 21 ottobre, con una prima giornata che ha per tema il paesaggio, un ambito di studio e di ricerca che dalla sua nascita ne caratterizza il profilo e che da sempre connota il suo raggio di azione in una dimensione sia locale che internazionale. Si è cercato, anziché imboccare la strada di grandi eventi celebrativi, di cogliere questa occasione per continuare a discutere e dialogare: convocando attorno a un tavolo otto figure con il compito di stimolare, nell’arco di una giornata, un confronto sugli strumenti e sulle prospettive del lavoro di ricerca nel campo del paesaggio. La Fondazione, nel momento in cui guarda al bilancio di un’esperienza trentennale, riconosce proprio nel dialogo e nel confronto tra conoscenze diverse un passaggio faticoso, ma ancora imprescindibile per ogni forma di accostamento al paesaggio: nella ricerca, nel lavoro sul campo, nello studio e nella cura dei luoghi. Per questo motivo, a cinquant’anni dall’uscita di una pubblicazione nata sulla scia di un memorabile convegno dell’Internation Federation of Landscape Architects (IFLA), la Fondazione propone oggi un incontro che prenderà spunto dal contributo più originale di quell’evento. Si tratta di uno scritto di Geoffrey Jellicoe (nel 1998 tradotto in italiano nel libro Scandinavia della collana “Memorie” della Fondazione) dal titolo A table for eight, che apre il volume pubblicato in occasione di quell’incontro (Space for living. Landscape architecture and the allied arts and professions, Amsterdam 1966). Il tavolo descritto da Jellicoe fu pensato immaginando di dar voce a otto figure diverse, otto “mestieri” che, dialogando, cercano di capire il ruolo culturale e sociale che in quel tempo si attribuisce alla figura del landscape architect.

In una società profondamente cambiata, che si auspica continui a guardare al paesaggio come possibile guida e riferimento culturale, cogliamo questa traccia per costruire un tavolo analogo, che discuta questa volta sugli obiettivi del nostro lavoro e i confini di un possibile terreno comune. Sarà un momento di approfondimento, ma soprattutto un’occasione per festeggiare assieme trent’anni di lavoro della Fondazione, segnalandone le specificità maturate, le prospettive e gli obiettivi comuni ad altre figure e istituzioni, invitando, come fa Jellicoe nel suo tavolo immaginario, otto personaggi a parlare della propria esperienza di lavoro e di ricerca vissuta come uno stesso desiderio di approfondimento sul tema del paesaggio.

Programma
> ore 10
Presentazione del documentario breve sulla Fondazione Benetton, regia di Matteo Frittelli;
saluti del presidente della Fondazione, Luciano Benetton, e del direttore, Marco Tamaro.

 

Un tavolo per otto, dialoghi
introduce e coordina Luigi Latini

> 10.30–13

Domenico Luciani, Sul governo del paesaggio. Riflessione sul lavoro svolto dalla Fondazione
Juan Manuel Palerm Salazar, L’Europa e il senso della Convenzione Europea del Paesaggio
Jordi Bellmunt, Nuove sfide per il paesaggio futuro
Henri Bava, Sul progetto di un luogo, meditazioni di un paesaggista

> 13–15

Nella pausa pranzo è prevista una visita alla sede della Fondazione, aperta a tutti i partecipanti

> 15–18

Maria Teresa Andresen, Il significato di heritage nella sfera del paesaggio
Marco Navarra, Il lavoro in architettura e il confronto con il paesaggio
Gilles Tiberghien, L’arte e il paesaggio
Massimo Venturi Ferriolo, Trasformare in giardino il mondo
Discussione finale con la partecipazione del Comitato scientifico e dei referenti interni della Fondazione