Spazi JAZZ al Bomben

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Dopo due fortunate stagioni estive nel giardino della Fondazione BenettonStudi Ricerche, la rassegna Spazi jazz al Bomben, organizzata dalla Fondazione in collaborazione con Caligola Circolo Culturale, torna nell’acustico e confortevole auditorium per tre concerti ricchi di motivi d’interesse.

Aprirà il ciclo, giovedì 7 novembre, il goriziano Riccardo Chiarion, chitarrista completo e raffinato, nonché apprezzato docente, messosi in luce suonando con jazzisti del calibro di Kenny Wheeler, John Taylor, Chris Laurence, ma anche, per tre anni, nel quartetto di Pietro Tonolo. Dopo una serie di riuscite collaborazioni discografiche, Chiarion si mette in gioco come leader, registrando nel 2010 in quartetto Sirene, album di un musicista già pienamente maturo e personale, cui fa seguito a distanza di due anni l’ancor più riuscito Mosaico. Molte le analogie tra i due dischi: le responsabilità compositive, a esclusivo appannaggio del leader, la presenza del batterista Luca Colussi, ma anche la scelta della formazione, in entrambi i casi un quartetto con il sax tenore. Nell’ultima incisione cambiano però sia il contrabbassista – a Stefano Senni subentra infatti Alessandro Turchet – sia il sassofonista, con PietroTonolo al posto del più giovane Michele Polga, che affiancherà comunque il chitarrista di Gorizia nell’appuntamento in programma.

Si presenta come un vero e proprio evento il concerto di giovedì 21 novembre, prima data italiana di Secret Keeper, nuovo entusiasmante duo formato da Mary Halvorson, chitarra elettrica, e Stephan Crump, contrabbasso, due fra i più interessanti talenti della nuova scena newyorkese, in tour per promuovere il loro primo album, lavoro intimo e riflessivo, Super eight, pubblicato dalla tedesca Intakt. Dopo l’importante esperienza con Anthony Braxton, la giovane chitarrista americana si sta facendo apprezzare per l’originale approccio strumentale e l’incontenibile fantasia improvvisativa.

Crump, leader dell’apprezzato Rosetta Trio, ma anche contrabbassista del trio di Vijay Iyer, per l’etichetta tedesca aveva già registrato un riuscito duo con il sassofonista Steve Leham.

Chiuderà la rassegna, giovedì 5 dicembre, un altro duo, fresco protagonista di un disco intenso e convincente, Blue Africa. I friulani Claudio Cojaniz, pianoforte, e Franco Feruglio, contrabbasso, affronteranno un suggestivo percorso attraverso le diverse tradizioni musicali africane, rivisitate però con l’originale creatività di un improvvisatore del nostro tempo. Non è, la loro, un’Africa da cartolina, oleografica e auto compiaciuta, bensì la protagonista di un viaggio “originale” tra nenie materne e infantili, melodie ipnotiche, evocazioni di blues astrali e danze rituali, con uno sguardo rispettoso al celeberrimo pianista sudafricano Abdullah Ibrahim (alias Dollar Brand). La cultura africana è soprattutto una fonte di ispirazione, come lo sono il sempre frequentato blues, il boogie, le danze caraibiche, Duke Ellington e Thelonious Monk. Il pianista friulano afferma a questo proposito: «il duo non rifà il verso a questa grande e variegata cultura, non c’è nessuna invasione: con grande rispetto, invece, ne trae fonte d’ispirazione e la reinterpreta. L’Africa come grande e amorevole Madre, presente ed eterna».