Semiologia del paesaggio italiano
presentazione pubblica
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A dieci anni dalla scomparsa del geografo Eugenio Turri viene presentata la seconda riedizione di Semiologia del paesaggio italiano (Marsilio Editori, Venezia 2014). Il testo, elaborato e dato alle stampe nel lontano 1979, e in seguito ristampato con successo anche nel 1990, costituisce indubbiamente un prezioso punto di riferimento per almeno due generazioni di geografi che si sono dedicati allo studio del paesaggio italiano e ancora oggi resta viva l’attualità di quelle riflessioni.
L’odierno messaggio veicolato dal volume persiste infatti nel suggerire il bisogno di altre narrazioni, indipendenti, che diano conto senza artifici retorici della reale entità dei problemi e che siano anche in grado di far capire lo spirito dei tempi, le aspettative, le percezioni, i disagi, informando l’opinione pubblica in modo da spingere la classe politica verso diverse e più adeguate strategie per fronteggiare il perdurare della recessione.
Il libro di Turri contiene il “progetto implicito” di mostrare l’inutilità e i rischi delle scelte incrementali, ossia di continuare come prima con la logica, ad esempio, delle grandi opere, mentre in realtà dobbiamo prepararci a un futuro non più cornucopiano e rivedere pertanto gli eccessi di uno stile di vita altamente dissipatore.
Questa ristampa avviene infine in un periodo di pessimismo, nutrito dalle recenti e perduranti vicende che legano le trasformazioni del paesaggio al più bieco malaffare. Ma da queste pagine proviene una linfa vitale, animata dai percorsi della conoscenza e della consapevolezza, che potrà contribuirea mantenere viva l’attenzione per il paesaggio come patrimonio collettivo, condividendo energie morali e sforzi intellettuali per la difesa del bene comune.
Marco Tamaro, direttore della Fondazione, aprirà l’incontro al quale interverranno Francesco Vallerani, geografo, Università Ca’ Foscari di Venezia, e Mauro Varotto, geografo, Università di Padova.