Ritratto di donna

incontro pubblico
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Dagli influssi simbolisti e dagli echi della Secessione viennese giungono in Italia ispirazioni ardite e inebrianti follie, un’idea di libertà spregiudicata innerva la Belle Époque e scorre, rinnovata e intensa, nel primo dopoguerra. Gli anni venti sono una nuova frontiera, in cui le donne vogliono conquistare un proprio ruolo: sempre più autonome, seduttive e moderne, reclamano «una stanza tutta per sé», come scrive Virginia Woolf. Amelia Earhart attraversa l’Atlantico in volo, Josephine Baker si lancia in sfrenati balli parigini, Coco Chanel crea nuove mode con gonne e capelli più corti. 

È un mondo elettrizzante e pieno di passioni. I dipinti di Ubaldo Oppi (Bologna 1889 – Vicenza 1942) ci rivelano lo sguardo attraverso cui si staglia una costellazione di ritratti dei maggiori artisti internazionali del Novecento italiano, che sono stati suoi amici e avversari in esposizioni strabilianti, dal Salon d’Automne di Parigi al Premio Carnegie di Pittsburgh, dalla Biennale di Venezia alla mostra di Modern Italian Art di New York. 

 

La Fondazione ospita Stefania Portinari, curatrice della mostra Ritratto di donna. Il sogno degli anni venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi, in scena nella spettacolare Basilica Palladiana di Vicenza fino al 13 aprile, che racconterà proprio queste storie perché, come affermava Margherita Sarfatti, che è stata la prima critica d’arte donna italiana, la pittura «è la più magica tra le arti».