Paesaggi: dal coltivato al costruito
convegno pubblico
sabato 13 novembre 2004, Montebelluna (Treviso)
L’idea da cui muove il convegno è che il paesaggio è l’unico bene culturale vivo e la sua esistenza, in continuo divenire, reca in sé i segni di quanto è avvenuto nella storia del mondo. Ne emerge un quadro estremamente complesso e articolato che richiede un approccio a 360 gradi e un’impostazione rigorosa, scevra da ogni retorica e capace di produrre quel senso di responsabilità che deriva dalla conoscenza. Per questo il tema del paesaggio si svilupperà in due sessioni annuali.
Quest’anno il convegno servirà a comprendere di chi e di cosa parliamo, di come si legge quell’immenso deposito di testimonianze del passato che non sono solo materiali. Perché non ci si può arrestare davanti all’estetica ma bisogna piuttosto cogliere le dinamiche storiche, sociali, politiche e religiose che incidono sul paesaggio modellandolo e trasformandolo.
Quello che appare ai nostri occhi è infatti il risultato di un’umanità che agisce, spesso contraddicendosi, ritenendo di operare in un senso e comportandosi in un altro, abbagliata da quell’ipocrisia edonista che genera tanti alibi. Alla luce di queste premesse si comprende meglio anche il sottotitolo Dal coltivato al costruito, attraverso il quale si evidenzia quanto la coltivazione abbia mirato a conservare ed esaltare la peculiarità di un territorio, mentre il costruire porta tendenzialmente a travalicare quei limiti imposti dalla natura e dall’uomo.
La tavola rotonda pomeridiana su l’“Avvenire dei paesaggi”, sarà rivolta al superamento di una visione prettamente conservazionistica di questo bene culturale, capace pertanto di esprimere una efficace sintesi del rapporto, in continuo divenire, fra l’uomo e l’ambiente.