Nell’Antropocene. Etica e politica alla fine di un mondo
incontro nell’ambito di "Naturale inclinazione" 2019
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«L’umanità sta cambiando il mondo come effetto collaterale non voluto delle sue attività, e tutto questo avrà conseguenze non previste, molte delle quali dannose per gli esseri umani e altre specie: eventi climatici estremi, epidemie più diffuse e veloci, carenza di cibo e acqua e una vasta gamma di ulteriori conseguenze (per esempio instabilità politica e migrazioni di massa). Il pianeta reagisce, l’impatto umano si mescola alle forze della natura e, anzi, libera forze della natura (come il cambiamento del clima) che possono mutare un ambiente prima congeniale alla vita, che garantiva condizioni ospitali per la specie umana. Nell’Antropocene gli esseri umani hanno guadagnato potenza, ma perso controllo».
Così scrivono gli autori del volume Nell’Antropocene. Etica e politica alla fine di un mondo (Derive Approdi, Roma 2018) e, nel solco del lavoro di Michael Pollan e Gilles Clément, individuano nell’esperienza dei giardini urbani, intesi come spazi di partecipazione e attivismo, un possibile antidoto al deficit di democrazia che caratterizza la politica dell’Antropocene.
Marcello Di Paola, docente presso la LUISS-Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma e co-autore del volume (con Gianfranco Pellegrino) ne discuterà con Giuseppe Barbera, professore ordinario di Colture arboree all’Università di Palermo. Introduzione di Luigi Latini, Università Iuav di Venezia.