Mind the Map!

incontri pubblici
Treviso, spazi Bomben

Le attività collaterali alla mostra Mind the Map! Disegnare il mondo dall’XI al XXI secolo includono un ciclo di incontri di approfondimento (dal 10 febbraio al 18 maggio) con il contributo dei maggiori studiosi sui numerosi temi affrontati dall’esposizione.

 

giovedì 10 febbraio ore 18

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Mind the Map!

Con Massimo Rossi, curatore dell’esposizione

 

Massimo Rossi illustra la genesi e l’articolazione del progetto.

Mostra sull’immagine del mondo, sull’audace tentativo intellettuale umano di disegnare lo spazio terrestre e di vederlo tutto insieme in un’unica rappresentazione grafica, sin dal titolo Mind the Map! invita a prestare davvero attenzione a tutte le mappe, che spesso vengono utilizzate inconsapevolmente come sostituti della realtà. Prestare loro attenzione significa entrare in mondi dotati ciascuno di una propria autonoma e articolata complessità. Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni, intitolate Non plus ultra, Plus ultrae Theatrum orbis terrarum e dedicate ciascuna a una delle grandi epoche in cui si è articolata la visione del mondo da parte dell’uomo occidentale. Non plus ultra, “non procedere oltre”, è il motto che nelle mappe più antiche spesso rappresenta il confine fisico e mentale delle Colonne d’Ercole; Plus ultraderiva da un emblema utilizzato da Carlo V, imperatore della stagione delle grandi scoperte geografiche; Theatrum orbis terrarumriprende il frontespizio del primo atlante moderno, quello di Abramo Ortelio pubblicato ad Anversa nel 1570, riflesso di un mondo ormai quasi interamente accessibile e svelato.

 

giovedì 10 marzo ore 18

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L’Oceano degli Spagnoli

con Simonetta Conti, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”

 

Dopo il viaggio di Magellano e il ritorno in Spagna della nave Vitoria nel 1522, il Mar del Sur o Oceano Pacifico, scoperto da Vasco Núñez de Balboa nell’anno 1513, divenne, almeno fino alla metà del XVII secolo, un “lago spagnolo”, anche perché nessuna delle altre potenze europee se ne occupò, fino alla nascita della Compagnia delle Indie Orientali olandese, da poco entrata nel novero delle potenze europee, soprattutto dopo la sconfitta spagnola sul territorio delle Fiandre. Da Magellano in poi, numerose furono le spedizioni spagnole che scoprirono i molti arcipelaghi del Pacifico, dalle Filippine, alle Salomone, scoperte da Alvaro de Mendaña y Neira, fino al primo avvistamento dell’Australia, così chiamata dal nome della Casa d’Austria, da parte spagnola, per merito di Váez de Torres, ben prima del viaggio di Cook. Numerose furono le spedizioni che dettero al mondo la conoscenza degli arcipelaghi quali le Isole Caroline, le Marianne e altri, ma soprattutto la scoperta più importante fu quella della rotta di ritorno, trovata in uno dei viaggi di Andrés de Urdaneta nel 1565, con la spedizione Legazpi–Urdaneta.

 

giovedì 24 marzo ore 18

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I viaggi di Amerigo Vespucci

con Carla Masetti, Università Roma Tre

 

Nell’ampio quadro delle descrizioni geografiche sul Nuovo Mondo, introdotte in Europa dalle relazioni di viaggio, il Mundus Novus e la Lettera di Amerigo Vespucci delle isole nuouamente trouate in quattro suoi viaggi sono certamente quelle che hanno avuto il maggiore impatto sui saperi cosmografici del XVI secolo, finendo per rappresentare i modelli su cui i dotti di tutta Europa costruirono le prime immagini letterarie d’America. Partendo da una analisi del contesto in cui si originò il progetto vespucciano, lo scopo del contributo è quello di delineare come queste due opere a stampa non solo furono in grado di fornire, in modo semplice e suggestivo, una risposta a gran parte dei principali interrogativi posti dalla Scoperta, ma arrivarono anche a filtrare e a promuovere l’immagine di un ‘‘Mondo Nuovo’’, in contrasto con le conoscenze ereditate dalla tradizione classica e dalle scienze antiche. Il tutto accompagnato dalla descrizione di alcuni particolari di esemplari cartografici coevi ai viaggi vespucciani e proposti all’interno delle sezioni della mostra Mind the Map!.

 

giovedì 14 aprile ore 18

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Il primo viaggio intorno al mondo

con Annalisa D’Ascenzo, Università Roma Tre

 

La straordinaria esperienza odeporica raccontata da Pigafetta nella sua Relazione rappresenta, nella storia della conoscenza del mondo e nel processo di allargamento dell’orizzonte geografico, un momento fondamentale. Per la prima volta le ipotesi speculative sulla sfericità del globo vennero comprovate empiricamente da un viaggio attraverso gli oceani che, partito dal Vecchio Mondo, lambì i continenti recentemente scoperti verso Occidente per raggiungere l’Estremo Oriente.

L’acquisizione di tale consapevolezza, lontano dall’essere immediatamente tramutabile nella concreta possibilità di apertura di nuove e dirette rotte commerciali, permise alle potenze iberiche di impostare la soluzione della questione delle Molucche, le isole orientali da cui provenivano le merci preziose che da millenni alimentavano gli scambi euroasiatici e il desiderio di raggiungere le Indie.

Un viaggio, dunque, che segna il passaggio da una visione del mondo ancora raffigurabile in un planisfero eurocentrico a un globo, geometricamente privo di un centro e quindi definibile in seguito all’identificazione di un punto di vista.

 

mercoledì 18 maggio ore 18

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L’Occidente visto dall’Oriente: Kangnido

con Angelo Cattaneo, CNR

 

Tra il 1250 e il 1450 circa le percezioni e rappresentazioni dell’ecumene (e cioè la parte nota, abitata e abitabile della Terra, divisa in tre parti tra loro contigue, Africa, Europa e Asia) furono modellate sulla base di visioni del mondo radicate su conoscenze e strutture di conoscenza che erano state create e aggregate, a partire dall’Antichità, nel corso di molti secoli e che si diffusero attraverso il commercio, il proselitismo religioso e l’espansione militare. Questi vasti processi migratori coinvolgevano numerose civiltà e popoli lungo l’intera ecumene, dalla penisola iberica alla penisola coreana, lungo una diacronia molto ampia. Al fine di mettere in evidenza questi processi, il presente contributo sviluppa uno studio comparato di due documenti cartografici coevi: la mappa mundi di Fra Mauro (Venezia, 1450) e la Honil kangni yŏktae kukto chi to (Mappa integrata delle terre e delle regioni e dei regni storici e delle loro capitali) nota anche come Kangnido (Hanseong, Seoul, 1480 ca.). Le due mappe sono le più complesse e articolate rappresentazioni dell’ecumene concepite e realizzate dalle civiltà europee e asiatiche intorno alla metà del XV secolo. Se a uno sguardo superficiale potrebbero essere considerate del tutto eterogenee – per linguaggio, contenuti, fonti, contesti di produzione, scopi e ricezione – il loro confronto mostra interessanti convergenze. Questi due sguardi sul mondo della metà del XV secolo si basavano su conoscenze aggregate e diffuse in un mondo policentrico, nel bacino del Mediterraneo, in Asia centrale, in Persia, in Mongolia e in Cina al tempo e attraverso la fondamentale azione catalizzatrice dell’espansione mongola e della fondazione della dinastia Yuan (1278- 1368).