Lipadusa, storie di vita e di mare
incontro pubblico con letture e immagini su Lampedusa
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Un anno è trascorso dal 3 ottobre 2013, quando nel mare al largo di Lampedusa si è consumata la più grande strage in territorio italiano in tempo di pace: trecentosessantotto persone in fuga da guerre e persecuzioni, annegano nel Mediterraneo.
Lampedusa si conferma agli sguardi superficiali come sinonimo di Canale di Sicilia, conosciuta solo per essere l’approdo agognato di barche sgangherate sovraccariche di disperati alla mercé di criminali. Ma Lampedusa vive oltre la migrazione: geograficamente già Africa ma politicamente ancora Italia, vive questa dimensione di confine nella sua quotidianità fatta di mare, di sole, di vento, di isolamento, di solitudine, di silenziosa operosità.
Venerdì 3 ottobre 2014, la Fondazione Benetton e Fabrica propongono una serata pubblica dedicata alla lettura delle testimonianze di migranti e lampedusani, raccolte dalla giornalista di Fabrica Michela A.G. Iaccarino nell’ambito del progetto Sciabica.
A dar voce a questi racconti saranno gli attori Manrico Gammarota, Federica Rosellini e Marouane Zotti, accompagnati dalle riflessioni dei giornalisti Ennio Remondino e Silvia Giralucci e dalla musica del sassofonista jazz Michele Polga.
Sciabica è una parola di origine araba, significa rete da pesca ed è il nome di un progetto ideato da Fabrica: una “rete virtuale” (www.sciabica.eu), gettata per raccogliere i pensieri di chi ha vissuto il dramma di Lampedusa. Ci sono le storie dei migranti che si sono salvati dal naufragio, le storie dei lampedusani che li hanno accolti, le storie di tanti altri migranti che dall’Africa e dall’Asia cercano un futuro in Europa.
Nel corso della serata verrà anche presentato “Lipadusa”, libro fotografico di Fabrica. Le immagini di Calogero Cammalleri raccontano lo scorrere della vita di pescatori, bambini, animali di Lampedusa. Calogero è un borsista di Fabrica e un migrante di ritorno: partito a tre anni con la sua famiglia dalla Sicilia per la Germania, torna nella sua terra dopo diciassette anni a cercare le sue origini. Le sue foto narrano di impressioni oniriche, attimi colti in bianco e nero, sfocati nella trasfigurazione di una realtà che diventa senza tempo. I testi sono della giornalista Silvia Giralucci che si è fatta raccontare dagli isolani cosa significa vivere a Lampedusa.