La isla minima
regia di Alberto Rodríguez (Spagna, 2014, 105')
, ore |
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ingresso unico 5 euro |
Il film ha la struttura del poliziesco classico, di Hollywood, per capirci: sparizioni di persone e ritrovamenti di cadaveri, cui segue l’inchiesta di due poliziotti, vecchio e giovane, fino alla spasmodica caccia a un serial killer, prima che torni a colpire (impressionante la finale sequenza di inseguimento), ma le coordinate spazio-temporali imprimono a La isla minima un fascino e un’angoscia particolari, “perturbanti”.
La panoramica in verticale dell’inizio mostra il nitido labirinto dei canali che solcano la zona della foce del Guadalquivir, nel parco nazionale spagnolo Doñana, a sud di Siviglia (un analogo geografico del delta padano, così caro ad Antonioni e a Mazzacurati), un paradiso degli uccelli migratori e un inferno per coloro che non possono partire, evadere, mentre l’epoca della vicenda è il 1980, negli anni della transizione dal franchismo alla Spagna democratica, con le ferite della dittatura ancora non rimarginate.