La cultura del tè in Cina
conferenza pubblica
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Nell’ambito delle attività del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2019, dedicato a I giardini del tè di Dazhangshan, martedì 11 giugno alle ore 18, nell’auditorium degli spazi Bomben, il sinologo Livio Zanini, docente dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e presidente dell’Associazione Italiana Cultura del Tè, terrà una conferenza dedicata alla cultura del tè in Cina.
La pianta del tè ha origine nell’area tropicale e subtropicale nella Cina sud-occidentale. Il primo riferimento testuale alla bevanda preparata con le foglie di questa pianta risale al secolo III d.C., ma fu solo durante la dinastia Tang (618-907) che il tè si diffuse in tutta la Cina.
Il Canone del tè, scritto da Lu Yu in questo periodo, è il primo libro al mondo interamente dedicato a questa bevanda. In epoca Tang il tè era lavorato e consumato in un modo molto diverso da quello che conosciamo oggi. Dopo la raccolta, le foglie venivano cotte con il vapore e pressate in forma di pani. La bevanda si preparava macinando un pezzo di questi pani e mettendo a bollire la polvere di tè in una pentola.
Nel periodo Song (960-1279) divenne comune l’usanza di preparare la bevanda mescolando la polvere dentro una tazza con l’acqua calda con un apposito frullino di bambù, lo stesso tipo di preparazione ancora oggi usata nella cerimonia del tè giapponese.
Nel corso della dinastia Ming (1368-1644) avvennero importanti trasformazioni nella lavorazione e nell’uso del tè. Si affermò la lavorazione del tè in foglie sfuse cotte in padella e l’infusione in teiera. Questo metodo era già diventato il sistema di preparazione standard quando nel secolo XVI arrivarono in Cina i primi missionari e mercanti occidentali, i quali in seguito lo introdussero in Europa e lo diffusero nel resto del mondo.
Nel corso dell’ultima dinastia imperiale nella provincia costiera del Fujian prese vita la produzione dei tè oolong e tè neri. Si diffuse inoltre l’usanza di preparare infusi molto concentrati con teiere e tazze di piccole dimensioni, oggi conosciuta con il nome di gongfucha. Attualmente in Cina la cultura del tè sta vivendo un momento di grande riscoperta. Negli ultimi trent’anni, sono state aperte numerose sale da tè e molte scuole dove si insegna l’arte del tè.
Livio Zanini è ricercatore di Lingua e letteratura cinese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Asian and African Studies presso l’Università di Lubiana, con una tesi dal titolo Form and Significance of Tea Connoisseurship in the Late Ming Dynasty. Ha fondato, con il sinologo Marco Ceresa, e presiede l’Associazione Italiana Cultura del Tè ed è consigliere onorario del China International Tea Culture Institute. I suoi interessi di ricerca privilegiano la cultura del tè in Cina, con particolare attenzione alla saggistica sul tè dell’epoca imperiale e agli sviluppi storici della bevanda. Ha risieduto per lunghi periodi di studio in Cina e a Taiwan e ha effettuato viaggi di ricerca anche in Giappone e in Corea, visitando numerose aree di produzione del tè, per approfondire gli aspetti culturali e tecnici della bevanda.
È autore del libro La via del tè. La Compagnia inglese delle Indie Orientali e la Cina (2012) e di diversi studi sul tè e altri aspetti della cultura cinese. Ha contribuito alle attività del Premio Carlo Scarpa 2019 con un saggio dal titolo Prima dell’arrivo del tè in Europa. La bevanda cinese nelle fonti occidentali anteriori al secolo XVII, edito in italiano e in inglese nel volume collettivo I giardini del tè di Dazhangshan. Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2019, a cura di Patrizia Boschiero, Luigi Latini, Maurizio Paolillo (Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga, Treviso 2019), e con una relazione al seminario pubblico Dai giardini del tè di Dazhangshan: cultura del paesaggio e patrimoni rurali nella Cina antica e contemporanea, sabato 11 maggio 2019.