incontro con Wasim Dahmash e la poesia arabo-sicula

nell'ambito del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2015
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In occasione dell’inaugurazione della mostra documentaria Maredolce-La Favara, Palermo, l’incontro pubblico con Wasim Dahmash è dedicato al tema della poesia arabo-sicula.

La produzione poetica di siciliani di espressione araba nei secoli IX-XI rientra nell’ambito della poesia araba classica. Espressione di un ambiente culturale aperto e variegato, fu fortemente influenzata dalla poesia arabo-andalusa. Infatti, la Spagna musulmana fu il punto di riferimento culturale principale per gli arabi di Sicilia, nonostante la dipendenza politica dall’Egitto. Il più noto dei poeti siculo-arabi, Ibn Hamdis, scelse la Spagna come terra d’esilio.
Della poesia arabo-sicula si occupò, nell’Ottocento, il grande storico siciliano Michele Amari, che scoprì il Divano di Ibn Hamdis, a tutt’oggi considerato la più importante raccolta poetica arabo-siciliana. Gli studi di Amari furono portati avanti da altri insigni arabisti quali Celestino Schiapparelli, Umberto Rizzitano, Francesco Gabrieli e, ai nostri giorni, Ihsan Abbas e Francesca Corrao.

La poesia araba di Sicilia seguì nelle forme e nei temi le modalità e le tipologie ricorrenti nella poesia classica, ma fu anche aperta alle sperimentazioni che in quegli anni comin- ciavano a prendere forma in Andalusia. Temi principali erano quelli di sempre: amore e morte. La poesia descrittiva ebbe un ruolo privilegiato tra i poeti arabo-siculi e di questa abbiamo molti componimenti di grande bellezza di cui leggiamo qualche brano.

 

Wasim Dahmash (Damasco 1948) specialista di traduzione letteraria con particolare attenzione alla poesia araba, ha insegnato Dialettologia Araba all’Università di Roma “La Sapienza” (1985-2006) e Lingua e Letteratura Araba all’Università degli Studi di Cagliari (2006-2015).