Cultura dell’acqua e progettazione paesistica
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Presentazione pubblica del volume Cultura dell’acqua e progettazione paesistica edito da Gangemi Editore nel 2010.
L’autore Michele Ercolini (dottore di ricerca in Progettazione Paesistica all’Università degli Studi di Firenze) dialogherà con Pippo Gianoni (Università iuav di Venezia).
Parlare di Cultura dell’acqua e progettazione paesistica significa, anzitutto, confrontarsi con la complessità dell’elemento “acqua”.
Parlare di Cultura dell’acqua e progettazione paesistica significa affrontare la questione della sostenibilità in termini ecologicoambientali, economici, etici.
Parlare di Cultura dell’acqua e progettazione paesistica significa porre l’accento sulle criticità e sull’emergenza. Emergenza a scala “globale”, vera e propria crisi planetaria che vede l’acqua tra due estremi: da una parte, l’acqua che fa paura perché manca, non c’è (siccità e desertificazione) e, all’opposto, l’acqua che fa paura in quanto calamità che distrugge, devasta, inonda (alluvioni). Emergenza alla scala del “quotidiano” da ricercarsi nella persistente offesa ai paesaggi d’acqua (dai fiumi, ai laghi, alle zone umide), al sempre più colorito e poco rispettoso lessico fatto di “indifferenza”, “emarginazione” e degrado.
Parlare di Cultura dell’acqua e progettazione paesistica significa mettere in primo piano il patrimonio di memorie, valori, saperi ed identità, oggi sempre più a rischio estinzione e per questo da recuperare e salvaguardare.
Parlare di Cultura dell’acqua e progettazione paesistica significa, infine, impegnarsi nella costruzione di una piattaforma comune di riferimenti conoscitivi e di opzioni strategiche, da cui far discendere indicazioni per la definizione di regole e di indirizzi.