Acquando. La Piave tra respiro e realtà. Da Comisso a Franzin
serata di letture e musica
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«I nostri sogni per resistere hanno bisogno di aggrapparsi a qualcosa di indistruttibile… presto impariamo che per continuare a sognare abbiamo bisogno di segni incorruttibili, di un’eredità leggera e persistente… quella dell’acqua che ci ha accompagnato lungo la vita fin da quando imperfetti e indifesi vi abbiamo trovato ospitalità» (da Il respiro delle acque di Renzo Franzin).
L’autore parte da questa riflessione per inoltrarsi nel tema dell’acqua, ambiente violato dall’uomo, costretto in sarcofagi di cemento, sospeso entro argini oscuri e depredato del suo antico vigore.
Sandro Buzzatti (voce), con l’accompagnamento musicale di Luigi Vitale (vibrafono e percussioni), propone un percorso tra i maggiori autori italiani che hanno dedicato parole, versi, riflessioni a questa tematica.
Quello che viene messo in scena è il delicato, ma reale connubio tra i versi risorgenti da libri preziosi custoditi dalla memoria, e le note fluenti e cristalline di un vibrafono lasciato libero di alimentare l’antico mito della circolazione perpetua. Un punto di equilibrio, in arte, che vuole rispecchiare la corrispondenza, in natura, tra la più fragile e nervosa struttura che presiede il ritmo del territorio, i fiumi e il paesaggio attraversato.
Il richiamo sussurrato (ma anche dichiarato senza infingimenti) dagli autori è sulla necessità di una cultura dell’acqua che vada dalla pratica quotidiana di piccoli gesti, pazientemente reiterati, fino ad immaginare e suggerire investimenti che sappiamo ridare ai fiumi spazio e dimensione per esistere senza distruggere fuori da altre logiche che non siano quelle del fluire, dell’andare.