La natura in città. Un diario / Nature in the city. A diary
di Jimmie Durham
in italiano e in inglese
con un’introduzione di Thilo Folkerts
traduzione dall’inglese all’italiano di Sacha Piersanti
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Antiga
Treviso 2023
96 pagine, 11 illustrazioni
prezzo di copertina: euro 10
ISBN 978-88-8435-403-7
(Memorie/Minima, 5)
Nel rivolgersi alla presenza pervasiva e al ruolo della natura nelle nostre vite, lo scultore, artista performativo, attivista e poeta Jimmie Durham si assume il compito di selezionarne e trasmetterne le tracce. Nella forma di un diario, scritto a Berlino nel corso di un anno, Durham riflette e presenta in modo diretto le forme, le apparenze e gli spiriti della natura urbana – e il suo intreccio con la vita di ogni giorno.
La natura urbana di Berlino, rappresentata dal Natur Park Südgelände, è stata il tema centrale del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino 2022, le cui ricerche hanno messo in luce come il concetto di ecologia urbana sia stato concepito in modo decisivo a Berlino negli anni settanta, stimolato e guidato dalla particolare condizione geografica e geopolitica della città. Jimmie Durham non è stato un protagonista diretto di questo discorso ecologico, ma, forse come quando si trasferì dall’America in Europa, dapprima a Ginevra, negli anni settanta, e provocatoriamente proclamò un interesse antropologico per le maschere “selvagge” e i rituali di danza delle culture alpine, così egli continuò a Berlino, dal 1998, a riflettere sistematicamente, con il suo linguaggio scultoreo e letterario, sull’habitat che lo circondava.
Le immagini contenute in questo piccolo libro, alcune delle quali pubblicate per la prima volta, grazie alla collaborazione della compagna di Jimmie Durham, l’artista Maria Thereza Alves, fanno riferimento al lavoro scultoreo di Durham a Berlino. La maggior parte dei lavori sono geograficamente connessi al suo studio ai margini del Grunewald, un immenso bosco pubblico pieno di alberi, uccelli e molti altri esseri, dove egli ha lavorato dal 1998 al 2011.
Jimmie Durham (1940-2021), artista, poeta, saggista, performer, attivista, è una figura di spicco nel mondo dell’arte dell’ultimo mezzo secolo. Le sue opere, segnate da una forte vena umoristica, spaziano da sculture a video, poesie, performance, installazioni, dipinti, disegni, collage, stampe e saggi. Costruendo “combinazioni illegali con oggetti rifiutati”, attraverso materiali naturali e industriali, Durham ha generato rotture all’interno delle convenzioni del linguaggio e della conoscenza. Dal 1969 Durham ha fatto parte di una rete di pensatori e attivisti coinvolti nei movimenti di liberazione del Terzo Mondo e degli indigeni, e nel 1973 è tornato negli Stati Uniti per unirsi all’American Indian Movement. Dal 1975, come direttore fondatore dell’International Indian Treaty Council presso le Nazioni Unite, ha lavorato per l’integrazione nel diritto internazionale della “Dichiarazione universale dei diritti dei popoli indigeni”. Nel 1979 torna a dedicarsi all’arte. Ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie nel 1983: Columbus Day. Poems, Drawings and Stories about American Indian Life and Death in the Nineteen-Seventies. Nel 1994, dopo aver vissuto per un periodo in Messico, si è trasferito definitivamente in Europa, lavorando inizialmente in Irlanda, Paesi Bassi, Belgio e Francia, per poi stabilirsi a Berlino nel 1998. Dal 2006 ha ripartito la sua collocazione geografica tra Berlino e Roma e, infine, dal 2013 tra Berlino e Napoli.