Brentella
Problemi d’acque nell’alta pianura trevigiana dei secoli XV e XVI
di Raffaello Vergani
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova
Treviso 2001
XX-396 pagine
29 illustrazioni in bianco e nero
prezzo di copertina 20,66 euro
ISBN 88-87061-84X
(collana Studi veneti/Campagne trevigiane in età moderna)
Brentella, a partire dal XIV secolo, è nome comune col quale si indica in territorio veneto un canale artificiale destinato all’approvvigionamento d’acqua, all’irrigazione, alla produzione di energia.
Ma la “Brentella” di cui si parla è quella trevigiana, derivata dal Piave nel 1436 in località Pederobba e portata a compimento verso il 1550. Il progetto del canale, nato in ambiente trevigiano intorno al 1430, aveva una sua indiscutibile logica e organicità. Si trattava di apportare l’acqua in una regione geografica, l’alta pianura compresa tra il Montello e il Sile, caratterizzata da un suolo ghiaioso, arido, poco fertile, e renderne possibile, o comunque intensificarne, il popolamento e la colonizzazione agricola. Ma quando, dopo il 1445, il canale e le sue numerose diramazioni cominciano a scorrere per la pianura, molte domande vi si affollano intorno. Si vuole acqua per dissetare uomini e animali, acqua per irrigare campi e prati, ancora acqua per azionare ruote idrauliche e mulini. Per un po’ si parlerà anche di un canale navigabile fino a Treviso.
Di qui una serie di conflitti. Si contrappongono volta a volta esigenze agricole e produzione di energia, comunità rurali e proprietari cittadini, notabili trevigiani e patrizi veneziani. Non solo: le aree situate più a monte nel nuovo sistema idrografico così creato ne approfittano per aggiudicarsi la maggior parte dell’acqua lasciando a secco, o quasi, l’area sud-orientale.
L’acqua disponibile, insomma, non basta per tutti. C’è chi vince e c’è chi perde: e a decidere vi è non solo la rendita di posizione geografica, ma anche il diverso peso, economico e politico, dei contendenti. Al di là di poche isole felici largamente beneficiate dall’acqua – il Barco di Altivole, villa Emo a Fanzolo, due o tre insediamenti nobiliari e cittadini a Montebelluna – l’eredità positiva della Brentella sarà costituita, in definitiva, dal soddisfacimento diffuso delle esigenze alimentari, umane e animali, e dall’incremento, continuo tra XV e XIX secolo, delle ruote e dei relativi opifici idraulici.
Indice del volume
Fonti e ringraziamenti, p. XIII; Tavola delle abbreviazioni, p. XV; Nota metrologica, p. XVI; Elenco delle tabelle, p. XVII; Elenco delle cartine tematiche, p. XVIII; Elenco delle figure, p. XIX.
I. Tra natura e storia: 1. L’acqua, p. 3; 2. L’ambiente dell’alta pianura: il suolo e il clima, p. 11; 3. La disciplina delle acque, p. 16; 4. L’idrografia superficiale e le antiche brentelle, p. 23; 5. Popolazione, insediamenti, agricoltura fra XII e XV secolo, p. 27.
II. La Brentella di Pederobba: primi passi: 1. Progetto e finalità, p. 37; 2. L’assetto amministrativo. L’Ufficio alle acque, p. 46; 3. La gestione economica: imposizioni e lavoro obbligato, p. 51; 4. Il canale regolatore, p. 58; 5. Canali e seriole, ruote ad acqua e mulini fino al 1460, p. 64.
III. Conflitti e ricomposizioni: 1. La protesta della Campagna inferiore, p. 81; 2. Il problema dei mulini: dalla distruzione alla ricostruzione, p. 84; 3. La sentenza Morosina (1466) e il suo fallimento, p. 89; 4. La Piavesella di Nervesa, p. 103.
IV. Un’età di incertezza: 1. Gli sviluppi del canale fino al primo ’500, p. 113; 2. L’espansione dei mulini, p. 122; 3. Acque, insediamenti, ville, p. 131; 4. Il ridimensionamento della Brentella: la sentenza Salomona, p. 146; 5. Progetti per un nuovo canale da Nervesa (1497-1507). Alessio Agliardi e fra Giocondo, p. 151.
V. Il rilancio della Brentella nella prima metà del ’500: 1. Il riordino del dopoguerra, p. 159; 2. Il potenziamento degli anni trenta, p. 164; 3. Il problema delle ville inferiori e la riforma dell’Ufficio alle acque (1541), p. 171; 4. La distribuzione delle acque: la sentenza Giustiniana del 1543, p. 174; 5. Il progetto di ampliamento della Piavesella di Nervesa. Il parere di Cristoforo Sabbadino, p. 181; 6. I Provveditori ai Beni inculti e la perizia di Cristoforo Sorte, p. 183.
VI. Amministrazione e vita del canale: 1. Piccole innovazioni, p. 193; 2. L’organizzazione del lavoro obbligato e i rapporti con le ville, p. 198; 3. La gestione finanziaria, p. 205; 4. Concessioni e boccaroli, p. 209; 5. I furti d’acqua, p. 212; 6. Gli usi alimentari e domestici, p. 218; 7. Gli usi agricoli. L’irrigazione, p. 220; 8. Gli usi industriali. I mulini, p. 230.
VII. Trevigiani e veneziani, Treviso e Venezia: 1. La distribuzione della proprietà, p. 239; 2. Una tendenziale divisione in zone d’influenza, p. 245; 3. Conflitti di giurisdizione, p. 251; 4. Il declino della Brentella dopo il 1550, p. 259.
VIII. La Piavesella di Nervesa: 1. Un canale essenzialmente commerciale e industriale, p. 265; 2. Le diramazioni secondarie, p. 271; 3. Il passaggio della competenza da Treviso a Venezia, p. 274.
IX. Nicolò Cicogna e il tentativo di potenziamento della Brentella (1572-1602): 1. Nicolò Cicogna e i suoi “consorti”, p. 279; 2. Il progetto Gandin-Cicogna, p. 283; 3. Il Comune di Treviso alla riscossa, p. 289; 4. L’atteggiamento mediatorio di Venezia, p. 293; 5. La “quarta porta” delude, p. 297.
X. Tra passato e futuro: un bilancio provvisorio: 1. Dal XVII al XIX secolo: oscillazioni congiunturali e permanenze tecnologiche, p. 305; 2. La “mancata” rivoluzione agricola. Una cultura dell’acqua non irrigatoria?, p. 313; 3. Il ruolo della Brentella nella trasformazione delle campagne trevigiane, p. 319; 4. Le realizzazioni novecentesche, p. 325.
Appendice di documenti: 1. La relazione di fra Giocondo (1507), p. 333; 2. Le deposizioni di Cristoforo Sorte (1556), p. 341; 3. Il progetto di Marc’Antonio Gandin (1572), p. 344.
Bibliografia citata, p. 349; Indice dei nomi, dei luoghi e delle cose notevoli, p. 365.
Raffaello Vergani (Montebelluna 1937) ha studiato chimica e scienze politiche all’Università di Padova, dove insegna Storia economica e sociale dell’età moderna. Il suo principale tema di ricerca è la storia mineraria e metallurgica del Veneto, sulla quale ha pubblicato numerosi saggi in riviste e miscellanee italiane e straniere; dal 1985 si occupa anche di problemi d’acque, studiando in particolare canali, mulini e traghetti del Trevigiano in età tardomedievale e moderna.