I lumi nelle campagne
Accademie e agricoltura nella Repubblica di Venezia, 1768-1797
di Michele Simonetto
Fondazione Benetton Studi Ricerche-Canova
Treviso 2001
XII-500 pagine
prezzo di copertina 23,24 euro
ISBN 88-8409-024-5
(Studi veneti/monografie, 7)
In anni ormai lontani Gianfranco Torcellan e Marino Berengo sollecitavano a studiare le accademie agrarie della Repubblica di Venezia e delineavano in proposito un suggestivo piano di lavoro. L’autore, inserendosi in parte lungo la linea da essi tratteggiata, ha così messo a fuoco un tema vasto, complesso, dai molteplici risvolti. Alla metà del Settecento le accademie esistenti nella Repubblica avevano un carattere quasi esclusivamente letterario; se potevano vantare una lunga e illustre tradizione, si presentavano impermeabili alle nuove idee del secolo e incapaci di uscire dal chiuso di una gestione di un patrimonio culturale ormai anacronistico. L’impulso dato alla costituzione delle accademie agrarie dal governo trovò attuazione con difficoltà. Non si trattò, dunque, di una marcia trionfale: alcune accademie nacquero morte, altre conobbero fasi alterne, altre ancora scomparvero, molte non riuscirono comunque a radicarsi nelle realtà locali. Gli accademici non furono sempre agronomi scelti per la loro provata competenza, ma piuttosto elementi locali che di agricoltura sapevano poco o nulla e che nelle società agrarie entrarono grazie alla posizione eminente occupata nella gerarchia sociale. Nondimeno i dibattiti e le figure che si muovevano all’interno di questo variegato mondo furono di grande interesse, e dal punto di vista agronomico e dal punto di vista culturale. La discussione sull’istruzione agraria fu molto vivace, evidenziando il problema delle condizioni dei contadini. Sia pur timidamente, emergeva l’anacronismo delle stesse forme accademiche e la necessità di riconfigurare gli assetti proprietari. Che per ottenere un reale rinnovamento si rendesse necessaria una rivoluzione – o nelle forme di un più risoluto intervento dello stato, o in quelle di un più vasto movimento sociale – era ormai un’esigenza condivisa in maniera crescente fra gli intellettuali veneti.