Quod agendum? Rosario Assunto, fra denuncia e progetto
conferenza a Caltanissetta
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Palazzo Moncada, sala degli Oratori |
Giuseppe Barbera e Massimo Venturi Ferriolo, membri del Comitato Scientifico della Fondazione, presenteranno con Piero Zanetov, nipote di Rosario Assunto, Sofia Varoli Piazza, architetto, e Marco Tamaro, direttore della Fondazione, i risultati della ricerca condotta dalla borsista Matilde Bonato sulla figura di Rosario Assunto nell’ambito delle Borse di studio sul paesaggio indette dalla Fondazione nel 2015.
Autore di un «pensiero impuro», Rosario Assunto fu uno studioso poliedrico e appassionato, capace di indagare in modo originale temi molto diversi fra loro, quali le forme artistiche del Medioevo, la filosofia tedesca del primo Ottocento, le poetiche novecentesche di Rilke e Valéry e la sparizione della bellezza paesistica nell’Europa del secondo dopoguerra.
La varietà dei temi affrontati dal filosofo siciliano, lungi dal rendere dispersivo o confuso il suo lavoro, costituisce un tratto distintivo del suo pensiero il quale, muovendosi fra ambiti e prospettive differenti, intreccia in maniera inedita storia, arte, filosofia e natura. La ricchezza che deriva dall’opera di tessitura compiuta da Assunto emerge con particolare chiarezza nel lungo e articolato studio che il filosofo dedica ai cambiamenti delle città e dei paesaggi europei nella seconda metà del Novecento. In anni in cui la maggior parte degli studiosi legava il tema della gestione del territorio a questioni come la produttività o la crescita economica, il filosofo siciliano sceglie di non fermarsi alla sola collazione dei dati scientifico-quantitativi circa la salubrità o l’utilità degli spazi abitati dall’uomo, ma di integrare tale prospettiva con la considerazione di alcuni aspetti spesso lasciati in secondo piano dagli studiosi, ovvero quelli relativi alla bellezza, alla storia e all’unicità dei luoghi. L’adozione di un simile punto di vista rende il lavoro di Assunto del tutto originale. Anziché fare propria l’idea di un’Europa caratterizzata unicamente da una forte crescita economica e da un galoppante sviluppo tecnologico, infatti, il racconto del filosofo siciliano pone in luce anche i processi di disorientamento e di drammatico impoverimento che si accompagnano a tale crescita. Siamo di fronte a una realtà – spiega Assunto nel 1973 – «che la passione produttivistica ha reso forse più ricca, ma a prezzo della perdita di una bellezza della quale non sappiamo se sia possibile sostituirla con un’altra; mentre siamo sicuri che non la recupereremo mai più, se davvero una volta dovessimo perderla completamente».
Testo tratto dalla ricerca di Matilde Bonato: Quod agendum? Rosario Assunto tra denuncia e progetto