Villaggi. Vita, forme, misure
Giornate internazionali di studio sul paesaggio
2008, quinta edizione
venerdì 1 e sabato 2 febbraio
Vive nel mondo, all’inizio del XXI secolo, uno stupefacente catalogo di villaggi.
Intanto nel mondo premoderno, nel quale si possono osservare persistenze e durate impreviste. Ma anche nel mondo che ha conosciuto la modernità, e ne sta attraversando la crisi, ci appare un quadro di esperienze, di adattamenti, e perfino di riemersioni, che chiede strumenti di indagine più complessi di quelli meramente socio-economici, per non dire economicistici, di uso corrente.
Le giornate di studio 2008 hanno perciò proposto un’occasione di dialogo tra diversi specialismi e casi assai lontani tra loro, per cercare le ragioni fondative del legame inscindibile dell’individuo, della famiglia, del piccolo gruppo, del clan, della comunità, con un luogo che dà vita, forme e misure fisiche e simboliche al loro stare al mondo.
Ragioni che potremmo definire, con Norberg-Schulz, e dunque con Heidegger, le strutture di base dell’esistenza. I casi proposti, dai villaggi sorabi e caraiti dell’Europa orientale, a quelli dogon e lobi dell’Africa, dalle messicane chinampas di Xochimilco ai pueblos andini, dagli insediamenti himalayani allo spagnolo Albarracín, e via via avvicinandoci, ci hanno consentito letture nuove di vecchie conoscenze, come le ticinesi terre di Val Bavona e i campanili/ville del Veneto.
Nel vuoto del deserto e nel pieno della grande città, nella verticalità estrema e nella dispersione orizzontale, essi hanno offerto un campione significativo dei vari modi con i quali quelle ragioni, quelle strutture di base, anche dopo lunghe immersioni e avventurose migrazioni, continuano a interagire nei più diversi contesti storici e geografici, geopolitici ed etnoantropologici.
Le giornate di studio 2008 sono state dedicate a Eugenio Turri (1927-2005), ai suoi viaggi, ai suoi scritti, al patrimonio di idee originali, di intelligenza critica e di passione civile, che ha riversato in questo comune campo di lavoro, patrimonio del quale pubblichiamo qui un frammento, l’ultimo brano con il quale egli concludeva, nel 1993, uno dei suoi lavori editoriali più impegnativi, il volume collettivo La civiltà del villaggio.
Per continuare a ragionare e discutere con lui è stata allestita una esposizione di sue fotografie, curata dalla figlia, Lucia Turri, e da Corrado Piccoli, e una conversazione pubblica tenuta da Claude Raffestin, venerdì primo febbraio.
La progettazione delle giornate di studio sul paesaggio è stata curata da Domenico Luciani, con la collaborazione degli altri membri della giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino (Carmen Añón, Monique Mosser, Lionello Puppi) e degli invitati permanenti ai lavori della giuria
(Margherita Azzi Visentini, Hervé Brunon, Luigi Latini, José Tito Rojo, Massimo Venturi Ferriolo)