Cappella di Otaniemi
Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino
XX edizione, 2009
La Giuria, all’unanimità, ha destinato il sigillo della XX edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino a un piccolo capo d’opera degli architetti Kaija (1920-2001) e Heikki (1918-) Siren, la Cappella di Otaniemi, che trova posto dalla metà del Novecento in una radura dentro un brano di foresta nel punto più alto della penisola nella quale in quello stesso periodo viene trasferito il prestigioso Politecnico di Helsinki. Le magistrali essenzialità e trasparenze dell’architettura restituiscono alla natura il compito di mostrare il sacro, e danno senso e misura a uno spazio di esperienza educativa, spirituale e sociale, culturale e musicale, per l’intera comunità di famiglie e di studenti. Natura, architettura, società si incontrano così in questo mirabile crogiuolo di forma e vita.
Sono qui leggibili i caratteri fondativi di una antropologia che trova nella natura, e in particolare nella foresta, che ricopre due terzi del territorio finlandese, la principale fonte di vita, il legame più duraturo e profondo con la propria storia, e perfino il rifugio rasserenante e contemplativo. Nella scala minuta di un’opera commissionata da un’Associazione di studenti, nella luce sobria e obliqua dei suoi spazi, colpisce innanzitutto la primazia della natura, e quasi il panteismo, che è nelle pietre e nei muschi, nel mare che appena si intravvede oltre la foresta e le case, nei mattoni e nei legni di cui è fatto l’edificio, e nella geometria di linee verticali parallele con le quali gli abeti e le betulle danno misura e cadenza allo spazio dell’uomo.
Accendendo l’attenzione su un luogo imperniato su una chiesa, la Giuria intende anche segnalare la ricchezza e la qualità del catalogo di casi connotati da recenti iniziative di architettura religiosa e di complessi parrocchiali in Finlandia. La Cappella di Otaniemi non è un caso isolato in un’area geoculturale nella quale l’arte contemporanea è impegnata con particolare attenzione alla ricerca del senso del sacro.
Testo tratto dalla Motivazione del Premio Carlo Scarpa 2009, a cura della Giuria.